Potenzialità dell'IoT in centrale termica

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L'Internet of Things ha delle grandi potenzialità anche nella gestione del calore che può arrivare a  notevoli livelli di flessibilità ed efficienza

Nuove tecnologie abilitanti

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Gestire il calore in maniera intelligente e senza sprechi, è questa la logica oggi resa possibile dalle tecnologie che fino a poco tempo fa era inapplicabile. Un tempo, infatti, era in uso accendere una fonte di calore, ossia una caldaia alimentata da un flusso di combustibile, la maggior parte delle volte d'origine fossile, prevalentemente senza tenere conto di sprechi e dispersioni, l’unico obiettivo era far arrivare il calore sufficiente a destinazione.

Gestione del calore

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La gestione del calore ancora oggi non è semplice come quella dell'elettricità che, già da tempo, gode di uno sviluppo tecnologico. Per fare un esempio: grazie all’utilizzo di un interruttore si verifica un blocco di erogazione che azzera i consumi, mentre non si può dire lo stesso di una semplice valvola che ne blocca l’erogazione, ma non la produzione. Nel tempo le cose sono migliorate con l'introduzione dell'informatica nella gestione energetica e con la radicale evoluzione della sensoristica, grazie alle quali la gestione del calore è arrivata al livello dell'elettricità evolvendo in maniera radicale. Oggi, con le moderne tecnologie, le calorie sono utilizzabili e flessibili al pari degli elettroni.

La rivoluzione si chiama Internet of Things (IoT) ed è in atto.

Uno studio di Gartner ha valutato il mercato dell'IoT del 2016 in 6,3 miliardi di unità che diventeranno 20,4 nel 2020. In sintesi tra due anni ci saranno due oggetti connessi per ogni abitante del pianeta

IoT Unità Installate per categoria (migliaia di unità)

Categoria

2016

2017

2018

2020

Consumer

3.963.0

5.244.3

7.036.3

12.863.0

Business: Cross-Industry

1.102.1

1.501.0

2.132.6

4.381.4

Business: Vertical-Specific

1.316.6

1.635.4

2.027.7

3.171.0

Totale

6.381.8

8.380.6

11.196.6

20.415.4

Fonte: Gartner

Un mercato mondiale che, solo per l'hardware, Gartner valuta in 1.379 miliardi di dollari nel 2016 e che, nel 2020, raggiungerà i 2.925 miliardi di dollari, ai quali si dovranno aggiungere i servizi correlati. Un vero e proprio boom al quale il settore dell'energia termica non può, ovviamente, rimanere estraneo. Il segmento dell'efficienza energetica negli edifici sarà uno dei più interessanti per la sua pervasività e per il bisogno di "regolazione fine" di cui necessita, in modo da produrre risultati significativi sotto al profilo del risparmio, mantenendo, o magari migliorando, il livello di comfort complessivo.
Si tratta di dinamiche che si inseriranno nel macro contesto delle smart cities visto che, i nuovi edifici nZEB dovranno interagire tra loro e con le altre unità immobiliari, inoltre, le ristrutturazioni del patrimonio edilizio esistente o anche solo la semplice sostituzione delle caldaie a fine vita, rappresentano degli step fondamentali di questi processi di trasformazione.

Smart Heating: cosa significa avere caldaie sempre connesse

Per quanto riguarda il calore, il fatto che le caldaie siano interconnesse crea nuove possibilità di gestione e di mercato che: migliorano la domotica, rendono accessibile la diagnostica via internet, consentono la creazione di nuovi servizi di consulenza di controllo dei consumi. Il tutto grazie ad una puntuale contabilizzazione del calore e all'adattamento alle condizioni meteo ossia, sarà possibile regolare la temperatura di un singolo ambiente anche in base all'insolazione prevista istante per istante. Il vantaggio relativo all’assistenza, invece, consisterà nell’utilizzo di tecniche che, fino ad ora, sono state utilizzate solo nei grandi impianti aziendali come il monitoraggio dell’usura e la manutenzione preventiva, tutto ciò consente un check permanente con indubbi vantaggi sul fronte della funzionalità e della spesa e un minore rischio di danni e interruzioni. 

Autore
Sergio Ferraris
Giornalista scientifico