Un innovativo sistema di riscaldamento “CO2 neutrale” che, meglio di altre tecnologie, evidenzia la transizione verso fonti di energie rinnovabili nell’era del
riscaldamento globale.
Il 26 aprile 2017 la stazione di rilevamento di delle Hawaii ha registrato 412 ppm: l’ennesimo drammatico record per il pianeta. Se le conseguenze di una
così elevata concentrazione di anidride carbonica atmosferica non sono ancora del tutto palpabili, gli effetti delle eccessive emissioni antropiche sulla qualità
dell’aria si fanno sentire, soprattutto nei centri urbani. L’Agenzia Europea dell’Ambiente ha pubblicato il Rapporto “Qualità dell’aria - 2017” relativo ai dati raccolti nel biennio
2014-2015, secondo le stime mostrate nel rapporto, nel 2014 l’esposizione al sopra la soglia ha determinato la morte prematura di 428.000 persone in 41 paesi
europei, mentre, per quanto riguarda gli altri due principali inquinanti atmosferici e troposferico, le morti premature stimate sono state
rispettivamente 78.000 e 14.400.
Il settore industriale e quello dei trasporti sono stati soggetti a numerose regolamentazioni in termini di emissioni, il settore del
riscaldamento, invece, è andato via via crescendo in una graduale transizione verso fonti di energie rinnovabili, nel passaggio
dall’utilizzo di caldaie a combustibili fossili all’impiego di caldaie a biomassa.
Le caldaie a biomassa sono in grado di utilizzare tutti i tipi di biomassa legnosa
Dal pellet, alla legna, passando per il cippato (macinato di legno). Una volta avvenuta la combustione, restituiscono all’atmosfera la stessa quantità di che la
pianta aveva in precedenza assorbito e fissato sotto forma di carbonio organico. Nel caso della legna, poi, essendo essa generalmente a “km 0”, si riducono anche le
emissioni relative al trasporto del combustibile. In linea di massima, comunque, la biomassa da impiegare in questi impianti deriva esclusivamente da residui vegetali
e mai da alberi vivi. Per quanto riguarda le emissioni di altri inquinanti è opportuno che il combustibile sia certificato e che l’impianto sia di classe A, associato
ad una corretta progettazione e ad una periodica manutenzione. La scelta dell’impianto è determinante, basti pensare - secondo quanto afferma
Valter Francescato,
Direttore Tecnico dell'Associazione Italiana Energie agroforestali (AIEL) - che: “20 moderne caldaie a pellet
con un fattore di emissione di 15 mg/MJ che producono 1.000 MWh di energia termica emettono circa 50 kg di PM all’anno, ovvero la stessa quantità emessa da 4 stufe a
legna tradizionali di 12 kW che producono in un anno 1/10 dell’energia termica utile”. Se poi è vero che le caldaie a pellet emettono un maggior numero di polveri
rispetto alle caldaie tradizionali, è necessario considerare la qualità del particolato, il quale, nel caso delle caldaie a biomassa, si è rivelato decisamente meno
tossico. Tra i vantaggi delle caldaie a biomassa c’è un risparmio economico che varia dal 20% al 50% sul costo di approvvigionamento del combustibile, oltre ad avere
un’efficienza comparabile con quella delle tradizionali caldaie a gasolio o a metano. Inoltre sono stati introdotti dei meccanismi incentivanti, come il
“Conto Termico” gli “
Ecobonus” per favorire il
turnover tecnologico e l’installazione di nuove moderne caldaie a biomassa, il cui costo, fino al 50%, viene ripagato dallo Stato sotto forma di detrazione fiscale
IRPEF.