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Il raffrescamento meccanico non è necessario e in questo modo si risparmia energia

Centro di calcolo Gais, cantone Appenzello Esterno, Svizzera

Il raffrescamento meccanico non è necessario e in questo modo si risparmia energia

Centro di calcolo Gais, cantone Appenzello Esterno, Svizzera

Ai margini del villaggio appenzellese di Gais, il centro di calcolo svizzero, se non europeo, più efficiente dal punto di vista energetico. Il superlativo è giustificato in modo sostenibile, anche con un sistema di raffreddamento adiabatico di Hoval.

  • Centro di calcolo
  • Nuovo edificio

Nel piccolo territorio dell’Appenzello tante cose possono diventare grandi, e non in termini relativi, ma assoluti. La St. Gallisch-Appenzellische Kraftwerke (SAK) sta realizzando un data centre – la costruzione grezza è pronta. Le caratteristiche sono massima sicurezza, elevata capacità e massima sostenibilità ecologica.

3670 m³ di calcestruzzo e 320 t di armatura racchiudono il centro di calcolo. Su ognuno dei due piani da 450 m² verranno installati 150 rack server. A partire dal 2018 i clienti salveranno qui i propri dati. L’edificio verrà «utilizzato in modo ridondante fino ad ogni singolo rack», questa è la promessa dell’azienda fornitrice di energia elettrica e di servizi dati SAK che, con il centro di calcolo, accede a un ulteriore campo di attività. Nella Svizzera orientale si verrà così a creare una «cassaforte di dati con il massimo livello di sicurezza Tier IV e una disponibilità prossima al 100%» aggiunge la stampa locale.

Ridefinizione dell’efficienza energetica

SAK ha scelto la sede di Gais con accortezza: situato a 919 metri sul livello del mare, il luogo è climaticamente ideale per un data centre. Il raffrescamento libero con aspirazione di aria esterna e quello adiabatico sono sufficienti per raffrescare permanentemente i locali dei server. Il raffrescamento meccanico non è necessario.

A Gais i climatizzatori ServeCool – la linea sviluppata da Hoval specificamente per i centri di calcolo – funzionano senza gruppo di raffrescamento per il raffreddamento supplementare e quindi senza compressori. Per il raffrescamento adiabatico, nei climatizzatori viene nebulizzata acqua nell’aria esterna per raffreddarla. Il raffrescamento adiabatico utilizza quindi l’umidità, che assorbe calore dall’aria e ne abbassa la temperatura. A Gais per il raffrescamento adiabatico viene raccolta l’acqua piovana.

Il cuore dei climatizzatori ServeCool sono gli scambiatori di calore a piastre a flusso incrociato. Hoval li ha sviluppati insieme ad Hoval Enventus specificamente per ServeCool. E con la loro lunghezza laterale di 1,20 m sono tra le più grandi piastre singole prodotte da Hoval Enventus. Simili dimensioni consentono un indice di recupero del calore superiore alla media.

A Gais la superficie totale degli scambiatori di calore a piastre ad altissima efficienza è pari a 1200 m². Siccome l’aria esterna e quella di ricircolo circolano separatamente negli scambiatori di calore, né la polvere né l’umidità possono penetrare nel centro di calcolo altamente sensibile.

Naturalmente gli otto climatizzatori ServeCool per piano con i relativi scambiatori di calore a piastre a flusso incrociato necessitano del loro spazio. A tale scopo non occorrono condutture dell’acqua per rimuovere il calore. E con la loro efficienza contribuiscono in modo decisivo a conseguire un valore PUE di 1,15, che è ampiamente al di sotto del valore medio dei centri di calcolo, pari a 1,5. Il valore PUE o di efficienza energetica – PUE è l’acronimo di Power Usage Effectiveness – risulta dall’assorbimento totale di corrente diviso per il consumo energetico dei rack server.

Calore di scarico per il caseificio

E cosa accade nel data centre di Gais con il calore di scarico? Qui si presenta di nuovo lo spirito pionieristico di SAK, e la tecnologia si unisce alla natura: direttamente accanto al centro di calcolo c’è il caseificio alpino di Gais, che utilizzerà una parte del calore per la pastorizzazione del latte. Christoph Baumgärtner, responsabile SAK della costruzione e dell’esercizio del data centre di Gais, calcola calore per 1,5 milioni di kWh. «Tuttavia in questo modo valorizziamo solo il 10% del calore di scarico prodotto», aggiunge, e segnala che si prevede di usare il calore di scarico anche per il riscaldamento dell’edificio.

Del resto il vistoso cubo nero di Gais deve il suo colore all’impianto fotovoltaico, i cui pannelli coprono il tetto e tutte le quattro pareti esterne. L’energia solare può coprire i picchi. E la corrente dall’energia idraulica continua a rimanere l’attività chiave di SAK. Il data centre di Gais prende la sostenibilità molto alla lettera.

Centri di calcolo e aerei

Due scienziati giungono a una conclusione stupefacente: l’irlandese Peter Corcoran e lo svedese Anders S.G. Andrae hanno stabilito in uno studio comune che il consumo energetico mondiale dei centri di calcolo è paragonabile a quello del traffico aereo globale.

Christian Richter, responsabile presso Hoval del raffrescamento adiabatico dei centri di calcolo, aggiunge un dato altrettanto sorprendente:

Rispetto al raffrescamento classico il nostro sistema consente un risparmio di circa il 70%.

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