L’acqua presente negli impianti di riscaldamento può influire sia sul rendimento, sia sulla vita stessa dell'impianto: depositi, incrostazioni, l'elevata
rumorosità, le occlusioni delle linee, la corrosione e la perdita d'efficienza all'interno degli scambiatori di calore sono tutti risultati negativi che, nella quasi
totalità dei casi, hanno un unico imputato, la bassa qualità dell'acqua.
Data l'importanza dell'argomento trattato Hoval tiene un corso ad hoc sulla
qualità dell'acqua all'interno degli impianti
Normativa di riferimento
Il problema è talmente sentito da richiedere una normativa apposita che prevede dei valori specifici per il buon funzionamento degli impianti, in modo da evitare fenomeni di corrosione e incrostazione. La legislazione stabilisce questi valori grazie alla norma UNI 8065:1989 che fissa in maniera precisa i parametri chimici e fisici delle acque che circolano negli impianti termici ad uso civile:
- aspetto: limpido;
- pH: > 7, ma in presenza di alluminio o leghe leggere < 8;
- Ferro (Fe): < 0,5 mg/kg, se maggiori sono sintomo di corrosione;
- Rame (Cu) < 0,1 mg/kg, se maggiori sono sintomo di corrosione.
Nel caso questi valori non siano rispettati, il D.P.R. 59/2009 (articolo 4, comma 14) obbliga l'utilizzo di un impianto di trattamento.
Possibili danni

In acque non ottimali si formano i carbonati a causa dell'aumento della temperatura e della presenza di bicarbonati di calcio e magnesio, il combinato disposto dei due porta alla formazione di carbonati di calcio e magnesio ossia, il calcare. Quest’ultimo si deposita sulle resistenze elettriche, nelle tubazioni e sugli scambiatori diminuendo l'efficienza, lo scambio di calore e rallentando la circolazione dell'acqua. Tutto questo provoca un consumo maggiore. Inoltre, i depositi sulle superfici metalliche favoriscono la corrosione. Questo altro grande nemico degli impianti è favorito dalla presenza dell'ossigeno, dai depositi sulle superfici e dai sali disciolti nell'acqua che ne aumentano la conducibilità. La salinità è il parametro che si può utilizzare come indicatore del rischio corrosione che è estremamente pericoloso perché, quando innescato, riguarda tutto l'impianto.
Rimedi per riportare l'acqua a valori ottimali

L'addolcimento consiste nella sostituzione del calcio e del magnesio con il sodio e ha i seguenti effetti:
- non modifica la salinità;
- non riduce il rischio di corrosioni;
- impedisce la formazione delle incrostazioni.
La demineralizzazione elimina i sali, riduce la conducibilità e controlla il Ph dell'acqua e ha i seguenti effetti:
- elimina la salinità;
- elimina il rischio di corrosioni;
- impedisce la formazione delle incrostazioni.