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Transizione o sicurezza? Come le norme antincendio interagiscono con le politiche climatiche europee

Transizione o sicurezza? Come le norme antincendio interagiscono con le politiche climatiche europee

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La transizione verso fonti rinnovabili pone nuove sfide alla normativa antincendio. Quali opportunità e sfide emergono?

I paesi membri dell’Unione Europea stanno dimostrando di prendere molto seriamente l’impegno per la transizione verso le fonti rinnovabili di energia. Gli obiettivi che i tecnici europei hanno fissato per il 2023, un’importante milestone verso la completa decarbonizzazione del continente che dovrebbe terminare nel 2050, testimoniamo la serietà di questo impegno.
Tra questi ci sono una drastica riduzione delle emissioni di gas serra: il 55% in meno rispetto ai livelli del 1990; un aumento dell’efficienza energetica del 32,5%; il raggiungimento della quota del 42,5% di fonti rinnovabili di energia nel mix energetico degli stati membri.
Per raggiungere questi obiettivi serve un cambiamento radicale non soltanto delle abitudini dei cittadini degli stati membri dell’Unione Europea, ma anche delle tecnologie che persone, organizzazioni e aziende erano solite utilizzare per gestire i propri consumi energetici.
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Innovazione tecnologia e sfide normative: l’impatto delle tecnologie green sulle attuali norme antincendio

Introdurre un numero così elevato di nuove tecnologie in un tempo tanto breve non rappresenta soltanto una sfida progettuale e produttiva. Anche l’interazione con l’attuale contesto normativo rappresenta un punto di frizione che non sempre è facile sciogliere.
Pensiamo al modo in cui le tecnologie che permettono di produrre energia da fonti rinnovabili interagiscono con le attuali norme antincendio.
I pannelli fotovoltaici, per esempio, sono combustibili e dunque possono generare incendi. Nel caso sfortunato questo accada la loro presenza rappresenta un problema per i vigili del fuoco chiamati a domare il rogo: i pannelli fotovoltaici rimangono sotto tensione anche quando l’edificio viene scollegato dalla rete elettrica.
Le batterie per l’accumulo, invece, sono soggette a fenomeni di thermal runway, ovvero il loro surriscaldamento incontrollato che comporta il rischio di esplosioni. I centri di stoccaggio energetico che le utilizzano in grandi quantità devono perciò prevedere sistemi di ventilazione e spegnimenti adeguati alle dimensioni e, in alcuni casi, le norme impongono loro distanze minime dalle abitazioni.
Nel caso dei materiali isolanti a base biologica come la lana di pecora, la fibra di legno o la canapa il problema è rappresentato dal loro comportamento al fuoco, che è diverso dai materiali sintetici tradizionali. Questo comporta specifiche valutazioni di sicurezza nei regolamenti edilizi.
L’idrogeno utilizzato come vettore energetico ci permette di fare un ultimo esempio del modo in cui le nuove tecnologie green mettono sotto pressione le attuali norme antincendio. L’idrogeno è altamente infiammabile e il suo uso su larga scala richiede nuovi standard normativi per il suo stoccaggio e trasporto, così come per i distributori e le reti di sicurezza.

Tecnologia

Rischi Antincendio

Misure di Sicurezza

Pannelli Fotovoltaici

Rimangono sotto tensione anche se l’edificio è scollegato dalla rete

Protocolli per vigili del fuoco e sistemi di spegnimento dedicati

Batterie di Accumulo

Surriscaldamento incontrollato (thermal runaway) con rischio di esplosione

Ventilazione adeguata, sistemi di spegnimento specifici, distanze minime dalle abitazioni

Materiali Isolanti Biologici

Comportamento al fuoco differente dai materiali sintetici tradizionali

Revisione dei regolamenti edilizi per la resistenza al fuoco

Idrogeno

Altamente infiammabile, necessita di specifiche norme di stoccaggio e trasporto

Nuovi standard per il trasporto e lo stoccaggio in sicurezza

Fluidi Refrigeranti

Alcuni idrocarburi sono altamente infiammabili

Classificazione ASHRAE, limiti di carica massima e sistemi di rilevamento gas

In che modo si stanno adattando le normative alle nuove tecnologie green?

Di pari passo con l’innovazione tecnologica, l’Unione Europea sta provvedendo ad aggiornare i propri regolamenti, alla ricerca di un equilibrio funzionale tra la sicurezza e le esigenze della transizione energetica, bilanciando l’introduzione delle prime con il ritmo necessario per far procedere la seconda.
Tra i regolamenti attualmente in fase di revisione c’è la Direttiva sulla Prestazione Energetica degli Edifici (EPBD), che introduce una serie di obblighi mirati alla costruzione di edifici a energia quasi zero (NZEB o near zero energy building). Allo stesso tempo tiene conto dei rischi che le tecniche necessarie per costruirli implicano rispetto alla possibilità di incendio, provando a mitigarli.
A essere oggetto di aggiornamento sono anche le norme EN13501 e i Regolamenti CPR (construction products regulation) che rivedono o fissano i requisiti di resistenza al fuoco dei nuovi materiali ecosostenibili.
Un altro ambito importante è quello che riguarda le batterie per le quali sono in corso di definizione nuove linee guida per prevenire incendi nelle installazioni di accumulo.
Infine, l’ultimo ambito di intervento riguarda la formazione dei vigili del fuoco. Essa prevede la creazione di protocolli adeguati a chiarire come comportarsi in caso di incendi che coinvolgono pannelli fotovoltaici, batterie e sistemi di accumulo.

Il regolamento F-Gas e i fluidi a basso GWP

Un settore in cui l’interazione tra le esigenze della transizione energetica e la sicurezza antincendio è particolarmente sensibile è quello del riscaldamento, ventilazione, condizionamento dell’aria e refrigerazione o HVAC+R (Heating, Ventilation, Air Conditioning and Refrigeration).
In questo ambito, il regolamento europeo conosciuto come F-Gas sta progressivamente incentivando il settore verso l’adozione di fluidi refrigeranti a basso potenziale di riscaldamento globale sia naturali che di sintesi.
Tra questi vi sono alcuni idrocarburi (HFC) come propano, isobutano e propone; alcune idrofluoroolefine (HFO) come R-1234yf e R-1234ze; e alcune miscele di idrocarburi e idrofluoroolefine come R-32 e R454B.
Della prima categoria fanno parte i fluidi refrigeranti più infiammabili, quelli appartenenti alla seconda lo sono in maniera più moderata mentre le miscele di idrocarburi e idrofluoroolefine sono la soluzione che presenta il miglior compromesso tra sostenibilità sicurezza.
Purtroppo queste miscele non sono adatte a tutte le applicazioni necessarie nel settore HVAC+R e questo fatto comporta quindi la necessità di adeguare le norme anti incendio anche in questo settore.
Oltre all’introduzione di una classificazione, denominata ASHRAE, che definisce i diversi liquidi in base al loro potenziale di infiammabilità, attraverso il regolamento F-Gas, l’Unione Europea ha stabilità dei limiti di carica massima, l’obbligo di usare sistemi di ventilazione e rilevamento dei gas nei locali che utilizzano questi fluidi e specifiche procedure per la loro installazione, manutenzione e smaltimento.

Come facilitare il cambiamento: l’importanza di formazione e certificazioni

Così come in molti altri settori, anche in quello del riscaldamento, ventilazione, condizionamento dell’aria e refrigerazione la transizione energetica procede spedita e l’applicazione delle nuove normative ne segue a ruota le innovazioni tecnologiche.
In un contesto caratterizzato da un’evoluzione così rapida, la formazione e la certificazione del personale sono due strumenti di fondamentale importanza per facilitare il cambiamento.
Il regolamento F-Gas prevede nuovi protocolli per entrambe queste funzioni, il cui scopo è mettere i tecnici del settore nella condizione di poter capire le novità e poterle utilizzare rapidamente e in totale sicurezza.

Sfide, opportunità e prospettive future

Al netto delle difficoltà delle sfide che pone, la transizione energetica e il conseguente riassetto normativo che le tecnologie necessarie per attuare impongono in un ampio numero di settori rappresentano un’opportunità straordinaria.
Straordinaria perché il processo di transizione energetica stimola la ricerca e, attraverso di essa, la progettazione e l’introduzione di innovazioni tecnologiche con grandi prospettive di mercato.
L’innovazione, tuttavia, determina nuove condizioni che comportano rischi inediti. Per mitigarli è necessario innovare e adeguare anche la cornice normativa e i regolamenti che garantiscono la sicurezza delle persone che maneggiano, utilizzano o sono esposte a una determinata tecnologia.
Nel caso del settore del riscaldamento, ventilazione, condizionamento dell’aria e refrigerazione la sfida tecnologica più importante è quella che mette al centro delle sue attenzioni la ricerca e lo sviluppo di fluidi più sicuri e meno infiammabili.
In questo processo, la stretta collaborazione tra ricercatori, aziende e legislatore è di vitale importanza per trovare il corretto equilibrio tra innovazione, sicurezza e sostenibilità.

Conclusioni: ancora sull’importanza della formazione

Equilibrio, in questo contesto, è una parola chiave di importanza centrale. Gestire il cambiamento su una scala così ampia come quella che impone il processo di transizione energetica è una sfida estremamente ambiziosa.
Impossibile pensare di vincerla se le esigenze di sostenibilità ignorano quelle di sicurezza. Viceversa, il legislatore che definisce il quadro normativo non può ignorare l’urgenza che muove il processo di transizione energetica.
Il corretto bilanciamento tra tutte queste componenti è un notevole sforzo di natura sistemica, che coinvolge l’Unione Europea a tutti i livelli.
In questo contesto la formazione è una leva di importanza vitale. Ad applicare l’innovazione tecnologica sono tecnici, la cui preparazione deve essere adeguata al compito.
Questo è il motivo per cui i protocolli di formazione sono una componente chiave di tutti gli aggiornamenti normativi: così come, a livello sociale, il cambiamento deve essere condiviso e compreso, a livello tecnico esso deve essere facilitato e accompagnato da una formazione costante e continuativa.